martedì 3 settembre 2013

Chiusura forzata

E come ogni anno siamo partiti con quelle 5/6 ore di ritardo..
Già perchè noi , quando è ora di partire, pensiamo solo di dover fare le valigie, caricare tutto e stop.
Non è che teniamo conto che la casetta deve essere messa in ordine, pulita, levata l'acqua, messo antigelo, sprangate le finestre (con ottimi risultati di sicurezza tra l'altro...), levato il mondo dal giardino ecc.
No , noi queste cose le dimentichiamo, volontariamente penso.
Quando è ora di andare via a me viene l'ansia e la frenesia, per cui vorrei esere in un attimo in macchina e affrontare quel viaggio infinito subito.
All'homo viene il magone e vorrebbe ritardare tutto. Il risultato è un tilt totale, che ci fa fare mal volentieri le cose, che ci fa restare sempre a bocca aperta alla vista della montagna di bagagli vicino alla macchina e ci fa riaprire la casa e la cantina almeno 10 volte, prima di andare.
 Quest'anno poi , presi dall'entusiasmo del cospicuo numero di clienti alla mangiatoia home made, abbiamo anche utilizzato  del tempo per tritare mandorle, nocciole, biscotti, semi e crakers, da lasciare. E anche per mettere qualcosa per le faine che la sera avevano preso l'abitudine di venirci a trovare. Si lo so che sono devastratrici. Ma noi non abbiamo galline e loro avevano una faccia troppo simpatica quando ci guardavano la notte con gli occhi catarifrangenti. Senza contare lo scoiattolo bello e scuro che scendeva dall'albero grande.
Di questo se n'è occupato l'adolescente, che ha anche portato tutti i bagagli alla macchina per bene ma senza sentire che dicevo di non caricarli. Quando sono andata, ho trovato nel portabagagli un tetris di borse e valigie assurdo, la metà dei bagagli fuori e lui che diceva "non possiamo partire...non c'è più spazio!" Nemmeno a dirlo che ho dovuto ritirare fuori tutto e ricomporre l'insieme, ma veramente a momenti non c'era più spazio!
Con enormi lamentele , abbiamo dovuto lasciare la tv bianca anni '70 , che l'adolesente ha deciso di vendere su E-bay, pensando di riuscire a tirare fuori una cifra che lo farà arricchire..e ripagare l'Ipad!
Comunque alla fien siamo partiti. Senza un cm visibile dallo specchietto retrovisore e con la tristezza solita che ci accompagna, almeno fino a Vercelli. Quando parte la solita conferenza sui campi di riso.
Ogni volta che passiamo in pianura padana, vediamo questi immensi campi coltivati e ogni volta in momenti diversi. D'inverno sono allagati, poi d'estate sono spighe alte, adesso tagliati. Ma ogni volta ci dimentichiamo delle varie fasi della coltivazione. Ogni volta le andiamo a rivedere su qualche sito e la volta dopo le abbiamo già dimenticate. E per fortuna, perchè così ci distraiamo e quando è finita la pianura padana e il corso intensivo di risocoltura, abbiamo superato Piacenza e vediamo i cartelli per Bologna. Roma a quel punto sembra un pò più vicino e il magone un pò più lieve.



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